domenica 15 aprile 2012

Passeggiate Surreali n.28 (America'sCup-Napoli)



Quando scatto una fotografia mi trovo sempre davanti ad una scelta.
Se compiacere o meno un ipotetico osservatore.
Il senso estetico (classico) delle cose.
Rispetto ad altre forme di espressione la fotografia rende semplice, e nello stesso tempo complesso, questo aspetto.
Come estrapolare una parola da un libro, o al massimo una frase.
Creando risultati e considerazioni del tutto differenti.
Catturare pochi centimetri di realtà, solo quello vogliamo sia rappresentato.
E tutto diventa diametralmente opposto.
Uno specchio magico che riflette un'immagine ma ne visualizza, ne crea un'altra.
Con un altro significato.
Come se ci fossero (e ci sono) tante realtà nello stesso istante.
Tanti treni che partono dalla stessa stazione, nello stesso istante, dallo stesso binario ma con destinazioni diverse.
Spesso discordanti tra loro.
In una stazione di una città che se fosse Una citta Invisibile sarebbe la città Binaria.
1 o 0, bianco o nero, bene o male.
La regina delle contraddizioni.
Da un lato le vele rosse al vento sul mare blu e dall'altro le giostrine chiuse.
Da una parte i riflettori della festa e dall'altra gli spazi preclusi, i lavori da fare.
C'è sempre chi vince e chi perde.
Ma basterebbe girarsi dall'altra parte, nella città Binaria.


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